La sperimentazione animale crea più danni che benefici
𝗟𝗮 𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗻𝗶𝗺𝗮𝗹𝗲 𝗲 𝗶 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗼𝗰𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗲𝘁𝗮̀.
La sperimentazione animale crea più danni che benefici. La talidomide, fu inventata dalla ditta tedesca Chemie Grünenthal negli anni 50’ e fu messa in commercio dopo anni di prove su animali. Altri paesi, come l’Inghilterra e la Svizzera, dopo aver acquistato la licenza provarono l’innocuità assoluta di uno degli enantiomeri del farmaco sugli animali.
Il farmaco veniva prescritto come sedativo, anti-nausea e ipnotico, rivolto in particolar modo alle donne in gravidanza.
Ritirato dal commercio nel 1961 (dopo 10 anni), il ritiro fu dovuto alla scoperta della teratogenicità di uno dei suoi enantiomeri: le donne trattate con talidomide davano alla luce neonati con gravi alterazioni congenite dello sviluppo degli arti, ovvero amelia e focomelia.
Dopo 52 anni (nel 2012) la ditta produttrice del farmaco ha porto le proprie scuse ufficiali.
Il talidomide era stato sperimentato sugli animali? sì
E fra le cavie, c’erano anche quelle gravide? sì
Ecco perché la sperimentazione animale crea più danni che benefici
I medici Ray Greek e Jean Swingle Greek hanno più volte ribadito che i testi su ratti gravidi avvennero, ma non diedero alcun risultato di malformazione sugli animali.
(fonte: Dark Remedy: The Impact of Thalidomide and its Revival as a Vital Medicine di Trent Stephens e Rock Brynner.)
Questo confermerebbe quanto da noi (animalisti ndr) è sempre stato evidenziato e cioè che la SA produce più danni che benefici. Infatti, molte molecole vengono scartate perché dannose agli animali (poi risultate benefiche per l’uomo) e molte altre messe in commercio per poi essere ritirate perché all’uomo provocavano danni non rilevati sugli animali.
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